11 agosto 2018
PESARO – Quindici anni fa, con la regia di Moni Ovadia e un eccellente cast (Adina: Joyce DiDonato; Califfo: Marco Vinco; Selimo: Raul Giménez; Alì: Saimir Pirgu; Mustafà: Carlo Lepore; Renato Palumbo a dirigere l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna e il Coro da Camera di Praga guidato da Lubomir Mátl), fu un successo.
La sensazione della vigilia, maturata dal racconto di chi ha assistito alla prova generale, è che Adina concederà il bis.
Rosetta Cucchi, la pesarese che è passata con disinvoltura dal pianoforte alla regia, ha puntato su una protagonista sexy, in un gioco che è piaciuto, ambientato in un albergo-torta nuziale.
“Soggetto conosciuto e strausato nel teatro lirico, la storia dell’Adina rossiniana, tra spassosi equivoci e un velo di malinconia, è impregnata di un fascinoso colore esotico, da cui l’immancabile sottotitolo Il Califfo di Bagdad che ci porta immediatamente dentro ad una delle fiabe astutamente narrate da Sherazade. Ma noi questa fiaba la vogliamo raccontare in modo diverso – anticipa la regista – , magari alle cinque del pomeriggio, davanti ad una tazza di te, rigorosamente Earl grey, con lo sguardo un po’ coloniale dell’Inghilterra viaggiatrice che nei primi anni del secolo passato amava immergersi nell’esotico dei suoi domini con quel sapore un po’ fantastico della Alice di Lewis Carroll tra oggetti giganti e piccoli pertugi che si aprono su mondi nascosti”. Del resto, è una nuova coproduzione con Wexford Festival Opera, che Rosetta Cucchi conosce molto bene, voluta nella deliziosa cittadina irlandese da Luigi Ferrari, ex direttore artistico del Rossini Opera Festival.
Adina è il secondo appuntamento della XXXIX edizione del Rossini Opera Festival, in programma alle ore 20 nel Teatro Rossini, per la felicità dei melomani internazionali e nazionali che non amano la Torraccia. L’opera, farsa in un atto su libretto di Gherardo Bevilacqua Aldobrandini, fu composta durante l’estate del 1818 a Bologna, su commissione di un ufficiale portoghese, e poi rappresentata per la prima volta al Teatro São Carlos di Lisbona il 12 giugno 1826. Il titolo ritorna al Festival dopo 15 anni. Repliche il 12, 15 e 21 agosto alle 20, e il 18 agosto alle 16.
Sarà diretta da Diego Matheuz, per la prima volta a Pesaro, alla testa dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini e del Coro del Teatro della Fortuna M. Agostini (Maestro Mirca Rosciani).
Matheuz, a nostro modesto parere la ciliegina sulla… torta, merita un discorso a parte.
Otto anni fa, avemmo occasione di ammirarlo a Ravenna, nel Festival romagnolo, dove diresse l’Orchestra Mozart, ennesima geniale idea di Claudio Abbado, uno dei protagonisti della storia esaltante del Rof. Abbado non stava bene e si fece sostituire dal giovanissimo collega. Il venezuelano, allora ventottenne, era collaboratore prezioso del direttore italiano, che aveva nominato Matheuz direttore ospite della Mozart. Abbado era innamorato del Sistema ideato da José Antonio Abreu, musicista venezuelano, ma anche attivista politico, che si proponeva di aprire le porte della musica a tutti, a prescindere dal ceto sociale. Un accesso gratuito e libero che ha consentito ai bambini venezuelani di farsi strada in un mondo spesso riservato ad alcune classi sociali. Dal Sistema, anzi grazie al Sistema, è nata l’Orchestra giovanile Simón Bolívar. Diego Matheuz e Gustavo Dudamel sono due degli esponenti più in vista del Sistema, che secondo Simon Rattle, a lungo direttore dei Berliner Philarmoniker, rappresenta “il più grande progetto musicale di tutti i tempi”. Altri paesi, a incominciare dagli Stati Uniti d’America, forse i meno attenti ai ceti più deboli, hanno ripreso l’idea di Abreu.
Con la regista pesarese, Tiziano Santi alle scene, Claudia Pernigotti ai costumi e Daniele Naldi alle luci. Nella compagnia di canto spiccano il ritorno di Vito Priante (Califo), e i debutti di Lisette Oropesa (Adina) e Levy Sekgapane (Selimo); al loro fianco, Matteo Macchioni (Alì) e Davide Giangregorio (Mustafà).
Lisette Oropesa è reduce dal clamoroso successo ottenuto nel Teatro Real di Madrid, dove, diretta da Daniel Oren, ha interpretato Lucia di Lammermoor.
“Dopo tanti drammi, sono molto contenta di cantare in una farsa (lei, intervistata da Rai News, molto attenta al Festival pesarese, la definisce commedia; ndr). In precedenza , il ruolo è stato affidato a mezzosoprani, mentre io sono un soprano leggero. Ma con Rossini si possono fare variazioni”.
La prima di Adina sarà trasmessa in diretta radio da RaiRadioTre ed in diretta streaming sul sito web della Rai il 12 agosto alle 20.
Tre ore prima, alle 17, nella Sala della Repubblica del Teatro Rossini si terrà il terzo appuntamento degli Incontri, organizzati in occasione del Rossini Opera Festival a cura della Fondazione Rossini. La conversazione introdurrà all’ascolto di Adina e sarà tenuta dal musicologo Fabrizio Della Seta.
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