13 maggio 2019
PESARO – Ieri sera si è conclusa la regular season del campionato italiano di pallacanestro, stagione che ha riservato qualche sorpresa ad alto livello e parecchie conferme, sabato inizieranno i playoff, di un basket nostrano che non è per niente guarito dai suoi malesseri, come pensa il presidente Petrucci, che cavalca le vittorie di Bologna e Sassari nelle coppe Fiba, ma si dimentica di dire contro chi le hanno vinte e che nelle competizioni europee che contano, non c’è traccia di una squadra italiana tra le prime otto, e soprattutto questo è stato un campionato dove sono arrivati due 20-0 a tavolino e dove la retrocessione è stata decisa negli uffici della Legabasket, la stessa che non si è accorta lo scorso settembre, che Torino non era in regola con i pagamenti da marzo 2018, così come altre realtà sono al limite della regolarità, quella che dicono dovrebbe essere garantita dai controlli dei prossimi mesi, per poter iscrivere il 16 luglio, solo quelle formazioni con i conti in regola, magari solo 16 delle attuali 18 aventi diritto, perché altrimenti si comincerebbe il prossimo campionato a soli 10 giorni dalla fine del mondiale e si giocherebbe anche a Natale e Capodanno, con Milano che dovrebbe disputare ben 68 partite ufficiali tra Eurolega e Italia, troppe anche per chi può schierare di fatto due squadre e ha i soldi per pagarle, ma non è con l’aumento delle partite che si risolveranno tutti i problemi, ma con i controlli rigorosi e con una strategia mirata a rilanciare un movimento, dove è sempre più difficile trovare imprenditori che si lascino ammaliare dal fascino della palla a spicchi, senza che prima controllino se gli convenga o no entrare nel basket italico.
Questa volta non sono bastati i soliti 30 punti per approdare ai playoff, anzi non sono stati sufficienti neanche 32, perché è stato un campionato dove le squadre di vertice sono andate piano, visto che sono bastati 40 punti per conquistare il secondo posto, quattro in meno della stagione precedente, e rispetto al 2018, anche la zona retrocessione ha visto ben quattro squadre coinvolte, e nessuna di loro ha vinto più di nove partite. Al primo posto, come pronostico, si è insediata Milano (voto 6.5), che ha usato il campionato come allenamento per l’Eurolega, manifestazione dove però non è riuscita a raggiungere i playoff, e anche in campionato, sette partite perse sono troppe per il suo potenziale, rimasto inespresso finora, e se non si darà una svegliata, rischia anche di non portare a casa uno scudetto già assegnatogli dalla scorsa estate, perché la concorrenza giocherà con maggior tranquillità, a cominciare da Cremona (voto 8.5), vera sorpresa della stagione, capace di rimanere sempre nelle prime quatto posizioni e di vincere a febbraio anche la Coppa Italia, merito di Romeo Sacchetti, miglior allenatore del campionato, che ha saputo guidare la Vanoli più in alto di quello che si prevedeva, trascinata da Mathiang, nostro Mvp della stagione, giocatore che il prossimo anno sarà conteso da tante squadre di vertice, ma che per adesso, si appresta a giocare anche i playoff da protagonista, magari raggiungendo una finale che sarebbe storica, per una società che due anni fa si preparava a disputare la serie A2. Dopo il primo posto dello scorso anno, Venezia (voto 6.5), scende di due scalini, con troppi bassi per il suo potenziale, che rimane di altissimo livello, ma che rischia di essere difficile da gestire, con troppi stranieri forti nello stesso ruolo, e con una gerarchia interna ancora tutta da definire, anche se alla fine l’Umana potrebbe ritrovarsi nei playoff ed arrivare alla più scontata delle finali scudetto contro l’Armani. Scudetto che magari, pensano di rivincere quattro anni dopo, anche a Sassari (voto 8), galvanizzata dall’arrivo di coach Pozzecco, arrivato a nove vittorie consecutive in campionato, con in mezzo la vittoria in Fiba Europe Cup, perché il Poz è uno di quegli allenatori che o si amano o si odiano e non sappiamo cosa sarebbe accaduto in riva al Foglia, se a gennaio la Vuelle avesse accolto le sue richieste economiche per sedere sulla panchina pesarese, anche se far peggio di chi ne ha vinte 3 su 16, ci sembra difficile, in ogni caso il Banco di Sardegna arriva a questi playoff con il vento in poppa e darà vita ad un quarto di finale bello ed intrigante, contro quella Brindisi (voto 8), che è l’altra splendida sorpresa stagionale, dato che 12 mesi fa aveva finito il campionato con appena due punti in più della Vuelle, e non ha uno sponsor ricchissimo, dato che l’Happy Casa versa nelle casse della società pugliese meno soldi di quelli richiesti dai vertici pesaresi per mettere un nome sulle maglie, ma a fare la differenza sono sempre due semplici cose: un allenatore capace e un nucleo americano che invece di sognare di ripartire il prima possibile per gli States, si compatti per un obiettivo, anche imprevisto ad ottobre, quando pochi davano i pugliesi tra le primissime. Nelle prime posizioni invece, Trento (voto 7) ci sguazza da qualche anno, nonostante le solite partenze ad handicap, che la costringono a rincorse folli per raggiungere i playoff, dove la Dolomiti Energia sarà la vera mina vagante, e la stessa Venezia dovrà fare attenzione alla voglia di Craft e compagni di non darsi mai per vinti. Trieste (voto 7.5) è stata una sorpresa solo per chi non conosce attentamente il nostro basket, e fin da settembre, avevamo pronosticato l’Alma tra le prime otto, perché di neo promossa non aveva niente, e coach Dalmasson ha saputo compattare il gruppo, anche dopo le disavventure economiche del suo presidente, situazione che vedrà Trieste in difficoltà al momento dell’iscrizione al prossimo campionato, ma che per adesso non rappresenta un problema immediato. L’ultimo posto per i playoff lo ha strappato alla fine Avellino (voto 6.5), che nell’ultima giornata, ha usufruito della classifica avulsa, per raggiungere una post season che sicuramente si merita per pedigree sportivo e per il valore del roster, ma che durante il campionato si è visto solo a tratti, con quella brutta sensazione che in Irpinia il massimo lo abbiano dato solo quando i bonifici arrivavano regolarmente. Le due deluse sono sicuramente le due lombarde rimaste fuori, nonostante un record vinte-perse positivo, a cominciare da Varese (voto 7) dove coach Caja, come sempre, ha fatto dell’intensità difensiva il suo credo cestistico, con l’Open Job Metis che non a caso, ha avuto la difesa meno perforata del campionato e ha messo in mostra personalità interessanti, che avrebbero meritato la vetrina dei playoff, posto tra le prime otto che poteva ottenere anche Cantù (voto 7.5), che è stata più forte dei tanti problemi societari, quelli che poi hanno portato patron Gerasimenko alle dimissioni, ma dalle ceneri, in Brianza hanno trovato uno sponsor propositivo come l’Acqua San Bernardo, e un nuovo gruppo imprenditoriale che nei prossimi mesi cercherà di venire a capo di una situazione economica deficitaria lasciata dal magnate russo dell’acciaio. Con Bologna (voto 5.5) cominciamo ad assegnare voti insufficienti, perchè la Virtus non può accontentarsi della vittoria in Champions League per definire positiva una stagione, dove disponeva di uno dei primi tre o quattro budget, ma che neanche l’arrivo di coach Djordjevic è riuscita a raddrizzare, ma la Segafredo si prepara ad affidare al coach serbo una squadra altamente competitiva per la prossima stagione, dove il budget dovrebbe essere inferiore solo a quello di Milano. Anche a Brescia (voto 5.5), non possono essere contenti del loro campionato, dato che hanno sempre stazionato nella parte destra della classifica, nonostante ad ottobre, siano partiti con l’ambizione di ribadire i risultati positivi degli ultimi due anni, ma probabilmente in casa Germani, è arrivata l’ora di cambiare qualcosina, cominciando magari dall’allenatore, con Andrea Diana che in settimana, potrebbe liberarsi dell’ultimo anno di contratto ed accettare la corte della Vuelle. Campionato difficile anche quello di Reggio Emilia (voto 5), che ha pagato più del dovuto un numero considerevole di infortuni, anche se l’errore principale è stato quello di pensare che i vari Mussini, Candi e Cervi fossero uomini da quintetto, mentre la triste realtà e che gli italiani da primi cinque, non sono neanche una decina. Pesaro (voto 5), sapeva fin da Ferragosto che si sarebbe giocata la salvezza fino all’ultima giornata, anche se magari sperava che la sinergia con Milano gli portasse in dote meno sofferenza, ma purtroppo il valore tecnico della coppia Blackmon-McCree non è stato pari al loro acume tattico, e nonostante i consueti cambi di allenatore e americani, in casa Vuelle hanno dovuto sperare nelle disgrazie altrui, come sempre, per raggiungere la salvezza, trovando in Pistoia (voto 5), la squadra su cui fare la corsa, dato che anche in Toscana non hanno navigato nell’oro e non è servito neanche l’arrivo di coach Moretti, per raddrizzare una barca che presentava già diverse falle nella sua costruzione e che non sono riusciti a rattoppare con gli ultimi innesti. Ma alla fine, chi deve salutare la serie A è Torino (voto 5.5), nonostante si fosse salvata sul campo, con tante difficoltà magari, perché la squadra pensata da Larry Brown in estate non era adatta al nostro campionato, ma i tanti nuovi arrivati, avevano permesso all’Auxilium di agguantare con merito la salvezza, prima della sentenza della Fip, che le ha tolto otto punti, relegandola all’ultimo posto, con tante nebbie su un futuro che la vedrà probabilmente ripartire dalla serie B.
Sabato inizieranno i playoff, che i tifosi pesaresi vedranno con un occhio solo, mentre l’altro occhio si focalizzerà già sul futuro, che nei prossimi giorni potrebbe portare in dote un nuovo allenatore e speriamo, anche il nuovo main sponsor, con un paio di contatti ben avviati, che speriamo si trasformino in un contratto biennale, da cui far ripartire la Vuelle dopo sette anni passati nei bassifondi di un campionato italiano, sempre meno attrattivo e coinvolgente.
Lascia una risposta