ROF, un gran Viaggio a Reims in prima classe per Giuliana Gianfaldoni e Diego Savini

di 

20 agosto 2019

PESARO – Il 40° Rossini Opera Festival ha salutato Il viaggio a Reims, mandando in archivio l’ennesimo grande successo per quello che una volta era una cantata scenica, poi è diventato un dramma giocoso in un atto. Resta, come scrive Sergio Ragni, spettatore dalla prima edizione, un’unicità che, grazie alla scelta lungimirante di Alberto Zedda di proporlo con interpreti gli allievi dell’Accademia Rossiniana, consente, anno dopo anno, di vedere in anticipo voci che potrebbero fare parte del futuro, anche immediato, del ROF.

L’edizione 2019 ci ha regalato due voci che si sono staccate dalle altre, pure eccellenti. I lettori di pu24.it hanno potuto conoscere in anticipo questi due cantanti che ci hanno svelato propositi, idee, progetti e sentimenti.

Già protagonisti del concerto finale dell’Accademia Rossiniana, Giuliana Gianfaldoni e Diego Savini hanno conquistato il pubblico della prima, confermandosi oggi, nella seconda e ultima rappresentazione che ha consentito di applaudire altre belle voci e di riservare una vera ovazione a Nikolas Nägele, che ha trascinato l’Orchestra Sinfonica G. Rossini ad accompagnare il cast vocale.

Come già domenica, il Teatro Rossini ha presentato una bella immagine di sé: in platea solo 15 poltrone libere, ma collegate a biglietti venduti i cui acquirenti non si sono presentati. Esauriti anche i palchi, almeno per quanto riguarda i posti davanti.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Un applauso all’assessore Vimini

Notata la presenza in un palco del II ordine dell’assessore Daniele Vimini, che è anche presidente del Rossini Opera Festival, spettatore abituale del Viaggio. Una presenza che gli fa onore. Lo abbiamo scritto in passato, lo ripetiamo oggi: Vimini è un sincero appassionato, al contrario di altri che pensano solo ai grandi appuntamenti, alle sfilate. Volete scommettere che domani sera il Gala ROF XL farà il pieno dei soliti presenzialisti?

Dunque, platea e palchi gremiti, e buona presenza anche in loggione, anche se soprattutto genitori dei bambini che partecipano al “Viaggetto”. Ancora una volta, però, soprattutto spettatori stranieri. Eppure, pagando 20 euro per un posto in loggione, dove l’acustica è ottima e si vede comunque bene, si poteva godere di un grande spettacolo.

Nella prima, colpevoli a non averlo scritto nella cronaca dello spettacolo, erano presenti Cristina, moglie di Alberto Zedda, e Paola, figlia del direttore scomparso, con i nipoti di uno degli artefici della renaissance rossiniana.

Con sorprendente puntualità, Nägele dà il via alla musica, con Maddalena (Ulyana Biryukova) che ricorda ai colleghi che “Oggi è il giorno del gran viaggio”.

I primi applausi sono per Madama Cortese, che ha cambiato abiti: Maria Chabounia ha preso il posto di Claudia Urru, a sua volta diventata Delia, che domenica aveva la voce di Olga Dyadiv, oggi Contessa di Folleville.

Una Dyadiv ispirata, ma ciò che si nota subito dall’alto del loggione è che i cantanti di divertono, che sono complici nel sostenere il difficile impegno della Contessa che canta l’Aria Partir, oh ciel! Desio, portata a termine proficuamente. Alla conclusione, applausi convinti, ma di breve durata.

Dopo gli sproloqui di Don Prudenzio, sale in cattedra Andrei Maksimov, confermato nel ruolo di Barone di Trombonok: Sì di matti una gran gabbia ben si può chiamare il mondo.

In scena Don Profondo (Diego Savini) e Don Alvaro (Dean Murphy), che presenta questa vaga e amabil dama, la Marchesa Melibea (la brava Chiara Tirotta; confermata).

Dopo il litigio per gelosia tra Don Alvaro e il Conte di Libenskof (Diego Godoy), è il gran momento di Corinna, che, accompagnata dall’arpa di Cristina Centa, canta dal palco presidenziale lasciato libero dall’assessore Vimini.

Un incanto. Se possibile, Giuliana Gianfaldoni fa anche meglio di domenica. Il trionfo nella prima è un’iniezione di ulteriore fiducia. Però gli applausi, quando conclude con felice ognun sarà, sembrano meno intensi rispetto a 48 ore fa.

Lord Sidney oggi è affidato a Dmitry Cheblykov, che inizia in sordina l’Ah! perché la conobbi?, ma sale di livello meritando applausi dopo dell’alma diva…

Uno dei momenti più attesi della prima parte è il duetto Corinna e Cavaliere Nel suo divin sembiante.

Lei è bravissima, lui (João Terleira) non le è da meno, sostenuto da una grande condizione fisica che gli consentono gesti atletici (flessioni e piegamenti) molto apprezzati dal pubblico.

In loggione arrivano i bambini del viaggetto, il progetto per migliorare la conoscenza musicale delle giovanissime generazioni. Sono un po’ rumorosi, qualcuno lo fa notare, ma sinceramente si poteva anche fare a meno perché il fastidio è insignificante. Ma i melomani, si sa, hanno le loro fisime, i loro rituali, guai disturbarli.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Meglio concentrarsi su Medaglie incomparabili, su Don Profondo. Dopo il successo della prima, come Gianfaldoni, Diego Savini ha alzato l’asticella. Canta stupendamente. E il pubblico lo ripaga con un’ovazione sostenuta da tanti “bravo”, “bravo”.

Applausi che si rinnovano, per tutti, al termine della prima parte.

Nell’intervallo cogliamo unanimi apprezzamenti da parte di spettatori che non sono neofiti e conoscono bene Il viaggio a Reims. L’atmosfera, pure in una calda mattina d’estate, è frizzante.

La seconda parte è aperta da Di che son reo?, il duetto Melibea-Libenskof, applaudito.

Ci avviamo alla fine del viaggio, purtroppo. Il ballo, lo champagne (ah che ricordi la festa a Villa Imperiale dopo la prima del 1992. La Veuve Clicquot, che sponsorizzava l’evento stappo decine e decine di bottiglie, mentre il fantasma della “vedova” osservava dall’alto l’omaggio ai protagonisti del grande evento che segnò, con le altre opere in programma, il Bicentenario Rossiniano.

Siamo al momento dei brindisi, degli inni nazionali, ma arriva ancora il momento di Corinna. La voce dolcissima di Giuliana Gianfaldoni emoziona. E alla fine, agli applausi, sarà lei a fare registrare il successo più grande, seguita da Diego Savini.

Ernesto Palacio non sbaglia una scelta. Complimenti. Con una piccola critica: perché solo un brano per il “pesarese” Nicola Alaimo nel Gala ROF XL di mercoledì sera?

 

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>