Arredamento: parte da Pesaro la mobilitazione nazionale per abolire gli incentivi per la combustione dei trucioli

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4 ottobre 2014

PESARO – Il truciolo, sottoprodotto del legno, ha più valore come combustibile, piuttosto che come materiale di recupero: questo per via delle centrali a biomasse, che sempre più proliferano sul territorio nazionale e che possono godere di incentivi del governo, concessi per la termovalorizzazione ai fini energetici del legno. Questa clamorosa stortura – ha spiegato Fabiana Scavolini, responsabile commerciale e marketing del gruppo omonimo – se non viene risolta il prima possibile porterà, oltre agli aumenti che già ci sono stati, a ulteriori significativi aumenti del prezzo del pannello semilavorato, che in molti casi diventerebbe impossibile da reperire

E proprio per invertire questa tendenza, decine di aziende mobiliere della nostra provincia hanno protestato a Roma, chiedendo al ministro dell’Ambiente Galletti “di abolire gli incentivi oggi utilizzati per la combustione dei trucioli, che impediscono il recupero del legno per creare nuovi mobili”. “Ho fatto notare – ha aggiunto la Scavolini – che abbiamo bisogno di continuare a produrre a prezzi competitivi, per valorizzare il ‘made in Italy’ in modo virtuoso”.

In paese normale non ci sarebbe stato bisogno di far convergere a Roma tutti gli stati generali del mobile, perché le direttive europee in materia sono molto chiare e garantiscono la priorità al recupero del legno (come di altre materie), prima della valorizzazione ai fini energetici. Purtroppo in Italia, il complesso dedalo di normative e la mancanza di controllo, impediscono un uso razionale degli incentivi.

L’iniziativa di una protesta nazionale è nata, nel luglio scorso, all’interno del Gruppo Mobili di Confindustria Pesaro Urbino: il presidente, Filippo Antonelli, ha incontrato a Pesaro, assieme ai soci del settore arredamento, tutti i principali produttori nazionali di pannelli fra cui Saviola, Frati, Fantoni e Saib, che da soli garantiscono oltre il 90% del semilavorato nazionale per la produzione di mobili. A Palazzo Ciacchi, le nostre imprese hanno deciso di dare manforte ai loro subfornitori di pannelli, con tre obiettivi principali: introdurre dei vincoli normativi per favorire il riciclo del legno in via preventiva alla termovalorizzazione nelle centrali a biomassa; aumentare i controlli sulle centrali, per evitare abusi sul materiale utilizzato per la combustione; prevedere piani per aumentare le superfici boschive con particolare riferimento al pioppo.

A Roma il settore dell’arredamento pesarese era rappresentato oltre che Fabiana Scavolini, anche da Giovanna Sperandio (Fab) e Giuseppe Rossi (Imab); presente anche la sen. Camilla Fabbri, che, iniseme al direttore generale dell’associazione degli industriali, Salvatore Giordano, ha seguito passo passo l’evolversi della situazione.

Durante l’incontro, sono stati ribaditi al ministro Galletti e al presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, i numeri del settore arredamento in Italia: oltre 400.000 addetti con 27 miliardi di fatturato. Per la produzione di mobili vengono riciclati ogni anno 3 milioni di tonnellate di legno posto consumo, mentre attualmente le centrali a biomassa ne bruciano oltre 4,5 milioni.

Paolo Fantoni, presidente di Assopannelli, ha infine sottolineato che “l’azione intrapresa con tutto il settore arredo non è una battaglia contro le centrali a biomasse, fondamentali per il recupero ai fini elettrici e termini di moltissime materie prime, ma un atto buon senso per recuperare una materia prima e contenere i costi di produzione, riducendo le emissioni di CO2”.

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