Niente riposizionamento in A2 per la Pesaro del basket: il cuore ha prevalso sulla ragione

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13 giugno 2020

Vuelle ancora in A (foto Luca Toni dalla pagina Fb della Vuelle)

Vuelle ancora in A (foto Luca Toni dalla pagina Fb della Vuelle)

PESARO – Per citare Ario Costa, alla fine, il cuore ha prevalso sulla ragione. O meglio, la logica ha avuto la meglio sulla rassegnazione, quella che albergava nelle menti dei dirigenti biancorossi fino a qualche giorno fa, quando il riposizionamento in serie A2 sembrava la panacea di tutti i mali, il viatico per passare anni tranquilli tranquilli, al piano di sotto, dove i costi sono minori, qualche vittoria in più si poteva conquistare, e l’obiettivo di passarci almeno due-tre anni sembrava più allettante, rispetto al “solito” anno di sofferenza al piano di sopra.

Ad un certo punto si era arrivati in una situazione di stallo, divisi tra chi preferiva autoretrocedere e chi, invece, riteneva che dare un calcio al secchio pieno di latte, non fosse proprio l’idea del secolo.

A rompere l’equilibrio ci hanno pensato i fratelli Beretta, a cui l’idea di scendere in serie A2 non garbava più di tanto, e avevano cominciato a guardarsi in giro, perché un’azienda seria fa gola a tutti, a quel punto, anche i dirigenti hanno cominciato a ripensarci, sentendo magari anche le voci di dissenso che circolavano tra i tifosi, con tanto di striscione esplicativo lasciato davanti alla sede, perché se prendi una decisione così drastica, hai il dovere di ascoltare anche chi, di fatto, è il “proprietario” ideale della Vuelle, quel pubblico che negli ultimi otto anni ha dovuto ingoiare tanti bocconi amari, ma che in un modo o nell’altro non ha fatto mai mancare il suo contributo.

E sappiamo che, a qualcuno, l’idea di auto retrocedere poteva sembrare sensata, ma lo sarebbe stata in un altro momento storico, o con un progetto serio alle spalle, composto magari da un nucleo di italiani già sotto contratto. Invece, con tutto il rispetto per chi ha già firmato per il 2021, non si sarebbe fatta tanta strada, e si rischiava di vivacchiare per anni a metà classifica, perdendo stagione dopo stagione un buon numero di tifosi, quelli che se “la Vuelle va in A2 non faccio più l’abbonamento”, e sappiamo bene che recuperarli poi sarebbe stato molto complicato.

Nella conferenza stampa odierna non si è ufficializzato ancora il rinnovo con la Carpegna Prosciutto semplicemente perché il decreto sulla defiscalizzazione non è ancora stato varato dal Governo, ma state sicuri che arriverà, altrimenti, né la Vuelle avrebbe preso la decisione di restare in serie A, né i fratelli Beretta avrebbero dato il loro benestare per proseguire la sponsorizzazione. E non c’è stata neanche la presentazione di Livio Proli e del suo progetto, che in ogni caso non riguarderà la parte tecnica, ma altro e non vi anticipiamo di cosa si tratti….

E da lunedì si dovrà pensare al mercato, a come costruire una squadra da zero o quasi, dato che sotto contratto ci sono solo Drell, Serpilli e un nugolo di ragazzini di belle speranze, l’iter sarà quello solito, si comincerà dal nuovo coach, con Buscaglia in pole position, e la coppia Ramagli-Pillastrini in seconda fila, per passare poi ai suoi collaboratori, visto che alcuni allenatori amano circondarsi di vice di loro fiducia.

Poi, una volta stabilito il budget, si dovrà pensare alla formula da attuare, anche se ancora non sono chiare le decisioni della Legabasket, sul 5+5 o 6+6, pensando prima agli italiani, che sono quelli più difficili da firmare, dato che di validi ce ne sono pochini, e si fanno pagare. La riconferma di Federico Miaschi sarebbe gradita, ma a decidere sarà Venezia, mentre un discorso con Mussini si può intavolare, più complicata la riconferma di Zanotti, che forse in serie A ha dimostrato di starci a fatica, ma i lunghi sono merce rara.

Il nuovo coach dovrà valutare anche se Michele Serpilli – classe ’99 – sia presentabile nella massima serie, e se uno dei vari Calbini, Alessadrini e Basso, sia in grado già di fare il decimo, o se sarebbe più utile prestarli nelle serie cadette, anche se un roster di 11-12 arruolabili, è da tenere in considerazione, sia per alzare la qualità degli allenamenti, sia per parare i colpi della sfortuna.

Poi, una volta trovati gli italiani, si dovrà pensare agli stranieri, con quel Henri Drell da valutare, perché il talento c’è, anche se l’anno scorso non si è mai visto, ma su 5 stranieri a referto, sappiamo già che un paio saranno delle scommesse, e se il ragazzo estone punta alla Nba, qualcosina di valido potrebbe già averlo in serbo.

Per i restanti quattro strangers spazio all’immaginazione, anche se qualcuno con esperienza italiana sarebbe gradito, ma non poniamo nessun veto, perché il talento può nascondersi ovunque, l’anomalia, in un 2020 anomalo come pochi, saranno le tempistiche, dato che l’Nba finirà ad ottobre, il draft ci sarà il 15 di quel mese, e della ripresa della G-League non si hanno notizie.

In teoria, invece, la serie A comincerà a fine settembre, e per quella data le squadre dovranno farsi trovare pronte, col serio rischio che qualcuno cominci il campionato in Italia, per poi “fuggire” negli States, e, nel caso della Vuelle, si dovrà decidere ad esempio come gestire Henri Drell, che si è dichiarato per il draft, e che probabilmente vorrà presentarsi ai vari provini che le squadre Nba fanno nei giorni antecedenti al draft, dove quelli non sicuri di venire selezionati, vengono analizzati e valutati attentamente, ed è chiaro che, se il ragazzo estone, continuerà a inseguire il suo American Dream, non potrà esserci per le prime giornate.

Problemi da risolvere durante l’estate, che come sempre, sarà ricca di nomi, fasulli e non, indicazioni, scoop, veri o finti, inseguendo le notizie anche dove non ci sono, bello così, ma per adesso, la cosa importante è che Pesaro sia rimasta nella massima serie, anche se a raccontarlo a febbraio non ci avrebbe creduto nessuno, ma, in fin dei conti, stavolta è cambiato solo il motivo, non la sostanza, dato che di ripescaggi, nell’ultima decade, ce ne sono stati parecchi. L’importante comunque era farsi trovare pronti alla chiamata, altrimenti oggi staremo qui a parlare – con tutto il rispetto – di Orzinuovi, Treviglio e Piacenza, mentre da domani si ricomincerà a parlare di Milano, Bologna e Venezia, giusto così.

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